SCUDO E TUTELA PENALE

SI ALLA TUTELA E NO ALL’AUTOMATISMO DEGLI ATTI DOVUTI NELL’ADEMPIMENTO DEL PROPRIO DOVERE PER LE FORZE DI POLIZIA
Abbiamo ascoltato in questi giorni, il dibattito relativo ad un “presunto scudo penale” (in quanto il disegno di legge nulla ha a che vedere con una sorta di immunità che alcuni paventano…e che mai è stata richiesta) per gli operatori di Polizia, durante lo svolgimento delle proprie funzioni e le polemiche che ne sono derivate, oltre ad alcune posizioni assunte da alcuni illustri sindacalisti che, invece di pensare alla tutela del personale in servizio, propinano opinioni che invece li danneggiano. Posizioni che, sicuramente, sono dovute al fatto che taluni non solo hanno, per decenni, fruito dei distacchi sindacali che li hanno allontanati dalla “vita operativa reale sulla propria pelle” ma, attualmente, non potrebbero neppure più svolgerlo essendo in quiescenza.
Il Sindacato ADP interviene, così come ha fatto la nostra Federazione attraverso il Segretario Federale che ha teso a ricondurre in una ottica di normalità le molte polemiche di questi giorni, specificando e chiedendo al Governo maggiori tutele per i poliziotti che vengono, durante l’esercizio delle proprie funzioni (svolte per conto dello Stato, sia chiaro), iscritti nel registro degli indagati con ormai troppa “facilità”, senza che vi sia un evidente, reale abuso delle funzioni o commissione di reati nel corso dell’attività di servizio. La richiesta di una normativa chiara, non interpretabile, con regole di ingaggio subito adottabili appare necessaria, laddove la valutazione degli organi di controllo si riferisca in un secondo momento, con una preventiva ed obiettiva valutazione dei fatti occorsi, a chiari elementi ultronei all’aver esercitato la forza nell’interesse e a difesa del cittadino e della collettività.
Siamo stanchi di dover sentire che l’iscrizione sia un atto dovuto, al fine di tutelare gli operatori stessi delle forze dell’ordine, poiché deve essere chiaro a tutti che dopo l’iscrizione nel registro degli indagati, il collega subisce una serie di ripercussioni che incidono anche e soprattutto sulla sfera familiare e sul normale corso della vita dell’operatore interessato. Deve essere compreso che, l’intervento, non nasce dalla volontà dello stesso ma, dalla necessità di effettuarlo nell’interesse della collettività. Questo è sempre l’assunto da cui occorre partire….
L’operatore, a seguito della dedizione al proprio dovere, si trova nelle condizioni di dover fronteggiare una situazione, suo malgrado, a cui è chiamato dalla missione svolta e che comporta, con le esigue risorse economiche che rappresentano il sostentamento della famiglia, il doversi pagare un avvocato, nominare periti di parte e conseguentemente affossare le proprie finanze e quelle della propria famiglia per cosa? Per aver fatto il proprio dovere nel 99% dei casi…

Leggi il comunicato completo

 

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CASO RAMY: RAFFICA DI COMMENTI INOPPORTUNI

MILANO: SUL CASO RAMY, RAFFICHE DI COMMENTI INOPPORTUNI

 

Massima solidarietà ai lavoratori della sicurezza da parte di ADP (Autonomi di Polizia), a Poliziotti e Carabinieri che ogni giorno rischiano la propria vita, compromettendo anche la serenità economica familiare, effettuando il servizio di controllo del territorio, in presenza di normative caotiche, imprecise e che troppo spesso riflettono uno stato confusionale e di “interpretabilità” che rende il mestiere di operatori estremamente pericoloso, soprattutto per chi lo svolge con spirito di servizio e abnegazione, al servizio dello stato.

Ci rivolgiamo a TUTTI coloro che, seduti dietro una scrivania, riescono a fare i professori, pontificare nel bene e nel male su situazioni nelle quali ognuno può dire la sua, ma non sicuramente in questo momento, in cui è in corso un accertamento da parte della magistratura sull’operato e sugli accadimenti di pochi giorni or sono. Riteniamo che osservare il più rigoroso silenzio sia la via migliore per rispettare il lavoro della magistratura e degli esperti, evitando così non solo inopportune uscite, da chiunque provengano, ma anche poco sensate risposte che diminuiscono il valore dello Stato e la sua attività di accertamento attraverso gli organi deputati a questo. Lo stato non è qualcosa che possiamo invocare a nostro piacimento, esso compie la propria attività attraverso i suoi organi, quindi anche attraverso gli organi di polizia e se c’è stato un errore o meno, deve essere valutato da chi è deputato a farlo, in questo caso la magistratura.

Occorrerebbe in questi casi, essere meno ammalati di protagonismo e di eccesso di personalismo, per rendere evidente il valore dello stato di cui siamo parte. Dobbiamo, in primis, avere fiducia in chi svolge dei compiti per lo stato stesso. Se invece, chi ne fa parte evoca dubbi, ipotesi, prima ancora di qualsiasi accertamento sui fatti, sbaglia due volte, allo stesso modo di chi risponde, perché evoca fantasmi che possono essere inesistenti e mina la fiducia popolare nelle istituzioni, in caso pervengano a conclusioni diverse sulla base dei fatti reali e non delle chiacchiere da bar, chiunque le abbia fatte.

Siamo certamente affranti per la morte di un giovane ragazzo ma, quali sono le responsabilità del conducente del motociclo che non si è fermato all’alt dei Carabinieri ed ha guidato all’impazzata con manovre azzardate, culminate poi con la morte del passeggero? Quanto, il non poter impostare la curva a sx a quella velocità, trovandosi la carreggiata dritta chiusa, ha influito sull’epilogo della vicenda? La rilevazione della targa del mezzo, per alcuni poco “esperti”, avrebbe permesso di individuare gli autori dei reati commessi? Le domande, queste come quelle assai più pertinenti, se le porranno le autorità a cui è affidato il caso.

Siamo certamente convinti che la Magistratura farà chiarezza su questa triste vicenda.

 

 

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ISEE 2025 E ASSEGNO UNICO UNIVERSALE

COMUNICATO SINDACALE
RINNOVO ASSEGNO UNICO UNIVERSALE
Caro collega, l’ ISEE è scaduto il 31 Dicembre 2024 e con esso a marzo scadrà l’erogazione dell’assegno unico universale che viene pagato direttamente in conto corrente o comunque per tutte le altre prestazioni previste per l’Isee standard. Occorre pertanto rinnovarlo tramite la DSU ( dichiarazione sostitutiva unica) precompilata attraverso il portale INPS, in maniera semplice ed intuitiva tramite credenziali SPID.
I dati reddituali e patrimoniali dei componenti del tuo nucleo familiare saranno precompilati e potrai scegliere di precaricare i dati dell’ultima DSU presentata. In questo modo la quasi totalità dei dati sarà precaricata e dovrai solo dare conferma o aggiornare i dati o comunque dovrai portare, se nulla è cambiato rispetto all’anno precedente, solo le giacenze medie dei conti correnti bancari/postali riferite all’anno 2023.
Si potrà accedere al servizio attraverso il Portale unico dell’ISEE sul sito https://servizi2.inps.it/servizi/PortaleUnicoIsee
Oppure ci si potrà rivolgere gratuitamente tramite i Caf presenti in tutta Italia. Ricordiamo che l’ISEE è scaduto aldilà di quando è stato presentato nel 2024 e deve essere rinnovato entro il 28 febbraio 2025.
A seguire una tabella con tutti i documenti da presentare.

 

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